Diritti arcobaleno: cosa succede con il referendum in Italia? - Connecting Spheres

Diritti arcobaleno: cosa succede con il referendum in Italia?

Negli ultimi anni, diversi paesi europei hanno compiuto passi significativi verso l’uguaglianza matrimoniale. La Grecia, ad esempio, ha legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso nel febbraio 2024, diventando il primo paese a maggioranza cristiano-ortodossa a farlo.

Anche l’Estonia ha seguito questa direzione, approvando la legge sul matrimonio egualitario nel giugno 2023, con entrata in vigore nel 2024.

Attualmente, 22 paesi europei riconoscono il matrimonio egualitario, mentre altri offrono forme di unione civile o registrata.

L’Italia e le unioni civili

In Italia, le unioni civili tra persone dello stesso sesso sono state introdotte nel 2016 con la legge n. 76, nota come “Legge Cirinnà”.

Tuttavia, queste unioni non garantiscono gli stessi diritti del matrimonio, escludendo, ad esempio, l’adozione congiunta e l’accesso a determinati benefici fiscali.

Il referendum sul matrimonio egualitario

Nel maggio 2025, il comitato ‘Uguali!’ ha avviato una raccolta firme per un referendum abrogativo che mira a modificare la legge sulle unioni civili, equiparandole al matrimonio.

L’obiettivo è raccogliere almeno 500.000 firme entro il 3 agosto 2025 per sottoporre il quesito al vaglio della Corte Costituzionale.

Tuttavia, l’iniziativa ha suscitato critiche da parte di alcune associazioni LGBTQIA+ e giuristi, che mettono in dubbio l’efficacia del referendum nel garantire un vero matrimonio egualitario.

Ma perché tante critiche?

Molte associazioni LGBTQIA+ e giuristi non sono convinti del referendum perché:

  • Non introduce il matrimonio egualitario: cancella solo alcune parti della legge sulle unioni civili, ma non crea un nuovo diritto.
  • Il quesito è poco chiaro: parla solo di abrogazioni tecniche, senza mai nominare il matrimonio.
  • Nessuna garanzia concreta: anche se vincesse il Sì, resterebbero dubbi su adozioni, pensioni e altri diritti.
  • Poca condivisione: il referendum è partito senza un vero confronto con le principali associazioni LGBTQIA+.

In sintesi, il rischio è creare confusione e aspettative che la legge, da sola, non può mantenere.

L’opinione pubblica italiana

Secondo un sondaggio Eurispes del 2024, il 64,5% degli italiani è favorevole al matrimonio egualitario, con un aumento di quasi il 20% rispetto a otto anni fa.

Un altro studio condotto dall’Università di Verona nel 2024 rileva che il 56,8% degli intervistati sostiene l’estensione del matrimonio alle coppie dello stesso sesso, mentre il 26,6% preferisce il riconoscimento attraverso unioni civili.

In definitiva mentre l’Europa continua a progredire verso l’uguaglianza matrimoniale, l’Italia si trova a un bivio. Il referendum proposto potrebbe rappresentare un passo avanti, ma le critiche sollevate evidenziano la complessità del percorso verso il riconoscimento pieno dei diritti delle coppie LGBTQIA+. La partecipazione attiva e informata della cittadinanza sarà fondamentale per determinare il futuro del matrimonio egualitario nel paese.

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