
Scegliere una meta per le vacanze può essere più complesso per le persone LGBTQIA+ rispetto ai viaggiatori cis-eterosessuali. Al di là del clima e delle attrazioni turistiche, ciò che conta davvero è il livello di tutela legale, la percezione sociale e la sicurezza effettiva nel quotidiano.
Secondo lo Spartacus Gay Travel Index 2025, paesi come Malta, Canada, Portogallo, Spagna, Islanda e Norvegia occupano i primi posti grazie a un insieme robusto di tutele legali, antidiscriminazione e alta accettazione sociale. Malgrado la presenza di leggi, la sicurezza percepita può variare: in alcuni Stati con normative avanzate, i viaggiatori LGBTQIA+ segnalano scarsa comodità nel mostrare affetto in pubblico o in contesti meno inclusivi.
Un rischio concreto riguarda le destinazioni dove le leggi ostili coesistono con enormi proteste civili: in Ungheria, per esempio, pur essendo in vigore una legge che vieta manifestazioni LGBTQ+ e impone sanzioni anche penali ai partecipanti, migliaia di persone hanno sfidato il divieto partecipando al Budapest Pride il 28 giugno 2025 – stimato tra 100.000 e 200.000 partecipanti – trasformando l’evento in una delle più grandi manifestazioni antigovernative degli ultimi anni. Situazioni analoghe si riscontrano in Polonia, dove pur non essendo reato l’omosessualità, l’attivismo LGBTQIA+ si scontra con amministrazioni locali che fino al 2025 avevano dichiarato la propria ostilità ai diritti arcobaleno (“LGBTfree zones”). Solo recentemente queste dichiarazioni simboliche sono state invalidate da decisioni giudiziarie, ma l’impatto culturale permane.
Gli Stati con tutele legali e alta accettazione sociale costituiscono destinazioni più silenziose ma più sicure: Malta, Islanda, Spagna, Norvegia e Portogallo offrono normative solide e ambienti inclusivi (matrimoni egualitari, leggi antidiscriminazione complete, accesso alle cure trans). Paesi come Canada e Uruguay combinano leggi progressiste con comunità locali accoglienti, mentre mete come Brasile, Cile e Thailandia offrono una percezione di ospitalità nonostante le leggi in alcuni casi meno avanzate.
Problemi centrali da considerare
È essenziale distinguere tra ciò che è previsto per legge e ciò che accade nella pratica. Tutele legali non sempre si trasformano in accettazione sociale o assenza di violenza. Controllare fonti come la LGBTQ+ Risk Map di A3M o l’indice Spartacus permette di valutare sia le normative sia le esperienze dei viaggiatori. In molti contesti – anche in quelli giuridicamente avanzati – esprimere pubblicamente sentimenti può suscitare reazioni avverse.
Viaggiare verso destinazioni con infrastrutture LGBTQIA+ (cliniche LGBTQI+ friendly, Pride locali, supporto psicologico, assistenza alle vittime di discriminazione) migliora notevolmente l’esperienza e il senso di sicurezza. Paesi con tensioni politiche o legislazioni ostili offrono esperienze complesse.
In sintesi, chi viaggia oggi per vacanza, e per affermare la propria identità, deve fare i conti con un equilibrio delicato: tra diritti sulla carta, cultura locale, attivismo visibile e rischi reali. Le mete migliori restano quelle con alta tutela, accettazione sociale e comunità attive, ma ogni scelta richiede informazione, contesto e consapevolezza.