
Giugno è, in tutto il mondo, il mese dell’orgoglio LGBTQIA+: un’occasione per celebrare, rivendicare diritti e promuovere solidarietà. Il Pride dà voce a alle persone costrette a nascondersi, offrendo uno spazio sicuro in cui affermare liberamente la propria identità. In un contesto in cui le differenze suscitano ancora diffidenza o ostilità, visibilità e alleanza diventano strumenti fondamentali per il cambiamento.
Quest’anno, l’attenzione è rivolta in particolare alla libertà di scegliere e di decidere sul proprio corpo e sulla propria vita. In Italia, dove i segnali di arretramento sul fronte dei diritti sono sempre più evidenti, la necessità di mobilitarsi è urgente. Il rifiuto da parte del nostro Paese di firmare la recente dichiarazione UE sui diritti LGBTQIA+ è solo l’ultimo esempio di una mancata volontà politica nel sostenere concretamente l’inclusione e l’uguaglianza. Ma la risposta arriva dalla società civile. In molte città italiane – comprese quelle che ospitano per la prima volta un Pride – si moltiplicano le manifestazioni e le iniziative per affermare il diritto a vivere senza paura. La battaglia per i diritti delle persone LGBTQIA+ è anche una battaglia per la libertà di tutte e tutti: contro la violenza, la coercizione e le narrazioni che negano la complessità delle soggettività.
Il sostengo di Connecting Spheres
In questo contesto, diversi progetti sono stati avviati per sostenere concretamente le persone esposte a discriminazioni o violenze di genere. Il lavoro comune di decine di organizzazioni punta a rafforzare la rete di protezione e a creare nuove alleanze. Ed è in questa stessa cornice che s’inquadra il progetto Connecting Spheres intrapreso da Oxfam Italia e la Fondazione Brodolini, che sostiene e rafforza in modo concreto le organizzazioni della società civile impegnate quotidianamente nella protezione delle persone LGBTQIA+ vittime di discriminazione o sopravvissute alla violenza di genere. Nel mese di maggio, infatti, sono partiti i primi 9 progetti sovvenzionati attraverso il bando Connecting Spheres, dopo una lunga fase di selezione. I consorzi partecipanti coinvolgono 17 organizzazioni e 13 partner associati e coprono le tre linee di intervento previste dal bando. Le attività, infatti, includono accoglienza e supporto alle persone LGBTQIA+, formazione per il personale delle OSC e professionist* che lavorano a contatto con le persone a rischio o sopravvissute a violenza di genere, attività culturali, attività di policy e advocacy sia a livello locale che europeo. I progetti selezionati saranno implementati in alcune città di 7 regioni di Italia (Piemonte, Emilia Romagna, Lazio, Umbria, Lombardia, Puglia, Toscana) e in altri 5 Paesi europei (Olanda, Finlandia, Francia, Spagna, Belgio).
Le organizzazioni che non sono riuscite a superare questa prima fase di selezione, hanno potuto beneficiare di un supporto bilaterale per l’individuazione delle criticità alla partecipazione al bando, al fine di essere in grado di ripresentare nuovamente la loro proposta. A tutte le organizzazioni coinvolte, inoltre, saranno offerte occasioni di consolidamento delle competenze, di scambio di pratiche e di apprendimento reciproco, al fine di creare alleanze e rafforzare l’azione e la voce delle organizzazioni che presidiano e promuovono la tutela dei diritti di tutte le persone.