
Giugno è il Mese del Pride, un periodo dedicato alla celebrazione dell’orgoglio e dei diritti delle persone LGBTQIA+ in tutto il mondo. Mentre molte città europee si preparano a sfilate e manifestazioni, l’Ungheria si trova al centro di una controversia internazionale a causa delle sue recenti leggi che limitano drasticamente i diritti della comunità LGBTQIA+.
In tutta Europa, il Mese del Pride è caratterizzato da eventi che promuovono l’inclusione e la visibilità delle persone LGBTQIA+. Città come Madrid, Berlino e Amsterdam ospitano alcune delle parate più grandi e partecipate, attirando milioni di persone ogni anno. Questi eventi non solo celebrano l’orgoglio LGBTQIA+, ma servono anche come piattaforme per sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti e le sfide che la comunità affronta quotidianamente.
Uno sguardo sull’Ungheria
Nel marzo 2025, il Parlamento ungherese ha approvato una legge che vieta le manifestazioni pubbliche della comunità LGBTQIA+, inclusa la tradizionale marcia del Budapest Pride. La legge, giustificata come misura di ‘protezione dei minori’, vieta la ‘promozione’ dell’omosessualità e del cambiamento di sesso ai minori di 18 anni facendo riferimento a una parte della legislazione ungherese che impone forti restrizioni su come e dove si può parlare di tematiche LGBTQIA+ in presenza di minori. Inoltre, autorizza l’uso della tecnologia di riconoscimento facciale per identificare e perseguire i partecipanti a tali eventi, con multe fino a 500 euro per i partecipanti e pene detentive fino a un anno per gli organizzatori.
Reazioni internazionali
La nuova legislazione ha suscitato una forte condanna da parte della comunità internazionale. Venti paesi dell’Unione Europea hanno firmato una dichiarazione congiunta esprimendo profonda preoccupazione per le leggi ungheresi, ritenute lesive dei valori fondamentali dell’UE, come la dignità umana, la libertà e l’uguaglianza. La Commissione Europea sta valutando l’adozione di misure legali contro l’Ungheria per violazione dei diritti fondamentali.
Resistenza interna
Nonostante le restrizioni, le organizzazioni per i diritti LGBTQIA+ in Ungheria, come la Háttér Society e il Comitato Helsinki Ungherese, stanno sfidando legalmente la nuova legge. Gli attivisti hanno annunciato l’intenzione di procedere con la marcia del Budapest Pride prevista per il 28 giugno, nonostante il divieto imposto dalle autorità.
Implicazioni per i Diritti Umani
Le restrizioni imposte dall’Ungheria rappresentano un grave attacco ai diritti fondamentali, come la libertà di espressione e di assemblea. L’uso della protezione dei minori come giustificazione per limitare i diritti della comunità LGBTQIA+ è stato ampiamente criticato da organizzazioni per i diritti umani, che sottolineano come tali misure alimentino la discriminazione e l’intolleranza.
Il Mese del Pride è un momento per celebrare i progressi compiuti nella lotta per l’uguaglianza, ma anche per riconoscere le sfide ancora presenti. La situazione in Ungheria evidenzia la necessità di una vigilanza continua e di un impegno collettivo per proteggere i diritti delle persone LGBTQIA+ in Europa e nel mondo. La solidarietà internazionale e la pressione politica sono strumenti essenziali per contrastare le derive autoritarie e promuovere una società più inclusiva e rispettosa dei diritti di tutti.