Secondo il recente rapporto di ILGA-Europe, l’Italia si trova al 35º posto su 49 in Europa per l’uguaglianza LGBTQIA+, posizionamento che mette in luce sia progressi che criticità nella tutela dei diritti LGBTQIA+ nel Paese.
Tra gli aspetti positivi in Italia, nel report viene considerata l’introduzione delle unioni civili nel 2016 e gli sforzi nella lotta alla discriminazione basata sull’orientamento sessuale in alcuni settori, ma nonostante ciò rimangono molti nodi da sciogliere: manca una legge contro la discriminazione basata sull’identità di genere, non vi è il riconoscimento del matrimonio egualitario e le persone transgender affrontano ostacoli burocratici nel cambiamento di genere.
A livello europeo, l’Italia si trova dietro a Paesi come Malta, Spagna, Belgio e Paesi Bassi, ma davanti a nazioni come Polonia, Ungheria e Bulgaria.
Per ridurre questo divario, sarà essenziale approvare una legge contro la discriminazione basata sull’identità di genere, legalizzare il matrimonio egualitario, semplificare il riconoscimento del genere per le persone transgender e combattere i discorsi d’odio.
Nonostante una crescente consapevolezza delle tematiche LGBTQIA+, la strada verso la piena uguaglianza è ancora lunga, per questo è richiesto un impegno continuo da parte di istituzioni, associazioni e cittadini per garantire i diritti di tutte le persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale o identità di genere.