Situazione dell’omofobia in Italia e nelle regioni - Connecting Spheres

Situazione dell’omofobia in Italia e nelle regioni

Il recente report di Omofobia.org, che copre il periodo da maggio 2023 a marzo 2024, ha rivelato dati preoccupanti sulla situazione dell’omofobia in Italia, evidenziando significative differenze nelle denunce tra uomini e donne cisgender, infatti, gli uomini rappresentano il 74% delle vittime, con il 71% di essi identificati come cisgender e il 3% come transgender. Le donne costituiscono il restante 26%, di cui il 18% sono cisgender e l’8% transgender.

Particolarmente colpite sono le donne trans, con un rischio di subire atti di omofobia 12 volte superiore rispetto agli uomini cisgender, nonostante costituiscano solo l’1% della popolazione omosessuale maschile, mentre gli episodi di violenza più frequenti sono quelli contro uomini che non aderiscono agli stereotipi di genere, e le denunce di violenza non fisica da parte delle donne cisgender sono significativamente inferiori rispetto a quelle degli uomini cisgender: 8 contro 52.

Il report evidenzia anche un aumento delle aggressioni fisiche, inclusi omicidi e suicidi indotti, con gli atti di violenza di gruppo in crescita. Tuttavia, i suicidi indotti sono scesi a 2 casi, un dato che si sospetta possa essere sottostimato.

Geograficamente, l’Abruzzo emerge come la regione con il più alto tasso di vittime di omofobia (9,83 ogni 100.000 abitanti), seguito dalla Valle d’Aosta, Sardegna e Piemonte, in contrasto, Umbria, Basilicata e Calabria non hanno riportato casi, un’anomalia rispetto agli anni precedenti, che potrebbe suggerire una sottostima del fenomeno.

Questi dati mettono in luce una problematica spesso trascurata nei media e nell’agenda politica, specialmente nel sud Italia, dove la minore propensione alla denuncia potrebbe indicare una più diffusa omofobia o una maggiore paura di esporsi.

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